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Il Premio Letterario Internazionale Mondello
Il Premio - XLVII Edizione
Premio Opera Italiana - Giulio Mozzi
Giulio Mozzi ha pubblicato diverse raccolte di racconti (Questo è il giardino, Theoria 1993; La felicità terrena, Einaudi 1996; Il male naturale, Mondadori 1998; Fantasmi e fughe, Einaudi 1999; Fiction, Einaudi 2001; Sono l’ultimo a scendere e altre storie credibili, Mondadori 2009; Favole del morire, Laurana 2015). Nel 2020 è uscita per Laurana la sua raccolta di racconti scelti, Un mucchio di bugie. Con Stefano Brugnolo ha scritto due fortunati manuali: Ricettario di scrittura creativa (Zanichelli 2000) e L’officina della parola(Sironi 2014). Per Sonzogno ha pubblicato Oracolo manuale per scrittrici e scrittori (2019) e, insieme a Laura Pugno, Oracolo manuale per poete e poeti (2020). Insegna scrittura creativa dal 1993. È stato consulente e scout per Theoria, Sironi, Einaudi, Marsilio e Laurana. Nel 2011 ha fondato a Milano la Bottega di narrazione (bottegadinarrazione.com). Con la sua pagina Facebook e prima con Vibrisse anima un’ampia comunità di scrittori e lettori.
Le ripetizioni, Marsilio.
Mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, all’obbligo a capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia o forse no. Tuttavia, se Bianca, spuntando dal nulla dopo anni, chiede aiuto, Mario subito accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di Mario possiamo dire – quasi sempre è il 17 giugno –, degli spazi in cui Mario si muove non siamo certi. La ripetizione è l’unica realtà di Mario. Con una scrittura avvolgente, sensuale e che procede per variazioni di capitolo in capitolo, pur conservando un incalzare ipnotico, Giulio Mozzi conduce il suo protagonista attraverso avventure in parte reali e in parte – ma la cosa è sempre indecidibile – del tutto immaginarie, portandolo a sfiorare le vite strane e misteriose di personaggi senza nome – il Grande Artista Sconosciuto, il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Monaci, il Capufficio – che Mario contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell’ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni.
Motivazione del Comitato di Selezione: La storia di Mario, di un 17 giugno che si ripete, di una mistificazione continua: come in una partitura musicale iterativa, il primo romanzo di Giulio Mozzi, Le ripetizioni, evidenzia processi compositivi che smontano, con perizia chirurgica e crudeltà sconcertante, il personaggio, il tempo, la storia.
L’apparente rigore combinatorio delle sequenze si surriscalda in pagine magistrali che ritraggono, con tratti scabrosi e inconfessabilmente toccanti, il nuovo inetto. Giocando coi luoghi della scrittura di sé, in una narrazione che dissemina mascherate metastasi autobiografiche nel corpo di un’invenzione letteraria metamorfica e mesmerizzante, il romanzo ci interroga, pagina dopo pagina, sull’affidabilità della memoria, generando nel lettore il dubbio che, ripetizione dopo ripetizione, ogni storia vera che si racconti, che ci raccontiamo, a cominciare da quella dell’identità, non si fondi altrimenti che su un falsato ricordo.
Un dubbio perturbante e fecondo, dal quale promana tanta grande letteratura.