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Il Premio Letterario Internazionale Mondello
Il Premio - XLVI Edizione
Premio Mondello Critica - Giulio Ferroni
Giulio Ferroni professore emerito della Sapienza di Roma, è autore di studi sulle più diverse zone della letteratura italiana (da Dante a Tabucchi) e dell’ampio manuale Storia della letteratura italiana (1991 e 2012). Numerosi i suoi studi sulla letteratura del Cinquecento, tra cui Mutazione e riscontro nel teatro di Machiavelli (1972), Le voci dell’istrione. Pietro Aretino e la dissoluzione del teatro (1977), Il testo e la scena (1980), Machiavelli o dell’incertezza (2003), Ariosto (2008). Su questioni di teoria i volumi Il comico nelle teorie contemporanee (1974), Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura (1996 e 2010), I confini della critica (2005). Molti i suoi interventi, anche “militanti”, sulla letteratura contemporanea, in parte raccolti in Passioni del Novecento (1999). Tra le sue più recenti pubblicazioni: Gli ultimi poeti. Giovani Giudici e Andrea Zanzotto (2013), La fedeltà della ragione (2014), La scuola impossibile (2015), La solitudine del critico (2019). Ha diretto il volume sulla Letteratura della serie Treccani Il contributo italiano alla storia del pensiero (2018).
L’Italia di Dante, La Nave di Teseo.
Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Giulio Ferroni compie un vero e proprio viaggio all’interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. L’incontro con tanta bellezza, palese o nascosta, nelle città come in provincia, e insieme con tanti segni della violenza del passato e dei guasti del presente, è un modo per rileggere la parola di Dante in dialogo con l’attualità, ma anche per ritrovare in questi luoghi una ricchezza, storica e letteraria, che spesso fatichiamo a riconoscere anche là dove ci troviamo a vivere. Da nord a sud, dalla cerchia alpina alla punta estrema della Sicilia, da Firenze al Monferrato, da Montaperti a Verona, da Siena a Roma, Ravenna, Brindisi, si seguono con Dante i diversi volti di questo paese “dove ’l sì suona”, “serva Italia”, “bel paese”, “giardin dell’impero”: un percorso attraverso la storia, l’arte, la cultura, con quanto di essa luminosamente resiste e con ciò che la consuma e la insidia; ma anche un viaggio che riesce a restituirci, pur tra le fuggevoli immagini di uno smarrito presente, la profondità sempre nuova della nostra memoria.
Motivazione del Comitato di Selezione: Gli Antichi sapevano che nessun mito può farsi immortale senza mitografi, ovvero uomini che, allo studio e alla trasmissione di quello stesso mito, hanno dedicato una vita intera. L’Italia di Dante di Giulio Ferroni è un vero e proprio inno alla poesia di Dante, ai suoi luoghi e soprattutto alla sua viva voce - e un canto alla letteratura italiana destinato a durare a lungo. Si tratta d’opera mondo. A metà strada tra diversi generi letterari, l’autore indaga attraverso un’erudizione gentile, lo sguardo appassionato e malinconico il viaggio dantesco sul territorio italiano. La Divina Commedia è soprattutto libro universale, per immaginario, lingua, registro, vastità di sguardo filosofico, teologico, umano. È una geografia dell’aldilà portentosa. Ma è anche una topografia. Un percorso in terra d’Italia, quella «serva Italia di dolore ostello» evocata nel VI canto del Purgatorio. E di questa topografia puntuale rende conto il lavoro di Giulio Ferroni. Un saggio che è un salto mortale d’intuizione, un patrimonio di studi in cui si sente il respiro e la passione di tutta una vita. Un’opera monumentale insomma che, con l’intimità propria di un racconto/diario, segna una pietra miliare non solo sulla topografia dantesca ma anche su quella Letteratura che travalica i secoli in cui immaginazione e parola poetica hanno però radici profonde.