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Il Premio Letterario Internazionale Mondello
Il Premio - XLIV Edizione
Premio Opera Italiana - Davide Enia
Vincitore Sezione Opera Italiana
Davide Enia, Appunti per un naufragio, Sellerio
Davide Enia nasce a Palermo nel 1974. È drammaturgo, attore, regista e romanziere, autore e interprete di Italia-Brasile 3 a 2 (Sellerio, 2010), «Scanna», «I capitoli dell’infanzia», per i quali vince i maggiori premi del teatro italiano (tra gli altri: Premio Ubu, Premio Tondelli, Premio ETI). Per Radio Rai Due realizza il radio dramma «Rembò». Il suo primo romanzo Cosi in terra (2012) è stato tradotto in diciotto lingue. Del 2014 è Uomini e pecore (EDT). Con Sellerio ha pubblicato anche maggio ’43 (2013).
Appunti per un naufragio, Sellerio. Lampedusa, da lepas, lo scoglio eroso dalla furia degli elementi, che resiste nella vastità del mare aperto. Oppure Lampedusa da lampas, la fiaccola che risplende nel buio, che sconfigge l’oscurità. Su questa isola protesa a sud, tra Africa e Europa, Davide Enia guarda in faccia chi arriva e chi attende, e narra la storia di un naufragio individuale e collettivo.Da un lato una moltitudine in movimento, che attraversa intere nazioni e poi il Mar Mediterraneo, in condizioni al di là di ogni immaginazione. Dall’altro, a cercare di accoglierla, un pugno di uomini e donne sul confine di un’epoca e di un continente. Nel mezzo si è posto l’autore stesso, per raccontare la scoperta di ciò che accade davvero in mare e in terra, e il fallimento delle parole che si inabissano nel tentativo di comprendere i paradossi del presente. A partire da una forte esperienza, dal toccare con mano la disumana tragedia degli sbarchi, Enia dà voce ai volontari, agli amici d’infanzia, alle testimonianze dei ragazzi che approdano miracolosamente sull’isola. E mette a nudo le conseguenze emotive di questa realtà toccante e sconcertante, soprattutto nel rapporto con il padre, medico da poco in pensione, che accetta di recarsi con lui a Lampedusa. Ritrovarsi assieme a testimoniare il dolore pubblico di quelli che approdano e di coloro che li salvano dalla morte, accanto a quello privato della malattia dello zio, li spinge a reinventare un rapporto, a forgiare un nuovo e inedito dialogo che si sostituisce ai silenzi del passato.«Ho frequentato Lampedusa per anni. Ho visto sbarcarvi qualche migliaio di persone, ho incontrato il personale medico e gli uomini della Guardia Costiera, ho mangiato a casa dei residenti, sono uscito in barca con i pescatori, ho ascoltato ragazzi sopravvissuti alla traversata e ho dialogato con i testimoni diretti». In Appunti per un naufragio emerge la vera storia di persone accomunate dall’esperienza della fragilità della vita, che come una rivelazione spinge ognuno verso un nuovo approdo, verso l’ascolto e la scoperta dell’altro.
Motivazione: «Il primo testimone, un sommozzatore, tra i tanti incontrati da Enia in questa ricognizione di Lampedusa, esige “Nessuna registrazione”. Enia scrive una storia orale temporanea, solo una serie di appunti per fermare qualcosa che un giorno saranno i veri protagonisti dei naufragi, o i loro posteri, a raccontare. Il merito di questo libro sta quindi nel fatto di riuscire a limitarsi, di rimanere un registratore empatico senza protagonismo. Davanti alle “domande smisurate” della Storia, Enia scopre - più che tracciare - delle linee guida che possono aiutarci a capire alcuni fatti fondamentali dell’umanità davanti al problema dei flussi migratori. Per esempio, che se difendersi dallo straniero è un istinto, salvare pure è un istinto e non necessariamente una risposta morale. Drammaturgo calato nella natura, nella geografia e nella Storia, Enia fa degli studi di personaggi a partire dalla lingua, e così riscatta il libro dalla semplice cronaca: tra l’italiano del continente, i vari dialetti siciliani, l’inglese broken o quello della cooperazione internazionale, Appunti per un naufragio onora la complessità del suo tema attraverso un uso non semplificante della lingua e dei registri».