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Il Premio Letterario Internazionale Mondello

Il Premio - XLVI Edizione

Premio Opera Italiana - Chiara Valerio

Premio Opera Italiana - Chiara Valerio

Chiara Valerio, nata a Scauri nel 1978, è responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio e lavora a Rai Radio3. Collabora con «L'Espresso» e «Vanity Fair». Ha studiato e insegnato matematica per molti anni e ha un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità. Tra le sue pubblicazioni: A complicare le cose (Robin, 2003), La gioia piccola d'esser quasi salvi (nottetempo, 2009), Spiaggia libera tutti (Laterza, 2012). Per nottetempo ha tradotto e curato Flush (2012), Freshwater (2013) e Tra un atto e l'altro (2015) di Virginia Woolf. Per Einaudi ha pubblicato Almanacco del giorno prima (2014), Storia umana della matematica (2016), Il cuore non si vede (2019) e La matematia è politica (2020).

Il cuore non si vede, Einaudi.
Andrea Dileva, quarantenne, studioso, curioso, professore di greco, si sveglia un giorno senza il cuore. Laura vive con lui, è abituata alle sue mancanze, ma questa proprio non se l’aspettava. Carla in teoria sarebbe la sua amante, ma a casa ha un cane, un bimbo, un marito, e poi con il corpo di Andrea ha sempre avuto un rapporto difficile, in fin dei conti le va bene anche cosí. Forse Simone avrebbe la fantasia per capire com’è che l’amico di mamma sta perdendo i pezzi, d’altronde è stato proprio lui a raccontargli storie di leviatani giganti e donne con la coda di pesce. Ma Simone ha otto anni e nessuno ha chiesto il suo parere. Andrea cerca dappertutto una storia che assomigli alla sua, senza trovarla: eppure era convinto che la mitologia fosse l’archetipo di ogni cosa. Certo, se l’umanità intera ha il terrore di morire, deve prendere atto che per lui è diventato impossibile. Come può smettere di battere un cuore che non c’è piú? Chiara Valerio racconta con una leggerezza rara le metamorfosi delle relazioni e la loro meccanica involontaria. Se la storia di un uomo che scompare scintilla di ironia e passione, questa è l’occasione della letteratura.

Motivazione del Comitato di SelezioneChi è il professore, studioso di miti greci, Andrea Dileva nella sua natura più intima? Come possono coesistere nella sua vita affettiva Laura, Carla, e la giovane amatissima Carmen morta diversi anni addietro senza che sia morto anche lui di disperazione? Cosa vuol dire stare insieme a una donna con cui non si è voluto ciò che più si desidera ma alla quale non si rinuncerebbe mai e, nello stesso tempo, andare con un’altra donna tra riti in cui non si sa dove inizia l’amore per lei e dove quello per il suo bambino Simone? E chi è Laura, d’altro canto, che sa e teme più di quel che Andrea potrebbe immaginare, eppure continua a rimanergli accanto? E chi Carla, che da quella relazione extraconiugale non ha quasi niente in fin dei conti, se non nuove, inquietanti e inspiegabili assenze? Interrogativi come questi s’intrecciano nella più inimmaginabile delle sorti che possa capitare a un essere umano: sentir scomparire man mano gli organi vitali pur continuando a vivere, o a mimare la vita, senza cuore, senza fegato, senza polmoni... Insomma, perdendo letteralmente i pezzi, per lasciar posto a buchi organici del corpo che, senza mai diventare astrazioni (anzi, presentandosi come concrete perdite fisiologiche), riescono a farsi metafore esatte del modo in cui ha condotto e conduce la propria esistenza Andrea e chi gli sta accanto, tra inettitudini, assenze, presenze per difetto, contraddizioni inestricabili.

In un miracoloso equilibrio tra un realismo che sa toccare la quotidianità più ordinaria, intima dell’esistenza e un immaginario che osa l’inimmaginabile attingendo alla più solida tradizione del meraviglioso, alla più concreta e universale metafora dei destini, la mitologia insomma, con le sue creature dalle sorti eccezionali narrate come vicende ordinarie, Chiara Valerio ci pone dinanzi a domande universali cui è dato rispondere solo per approssimazione, cercando di colmare i limiti della comprensione umana: Cosa ci definisce nella nostra individualità che vive di relazioni? Cosa ci rende esseri compiuti? Con tutti gli organi vitali al proprio posto?

Il cuore non si vede, come evoca il titolo, riesce anche nell’impresa di toccare una materia delicatissima del fare letterario: quell’indecifrabile che si porta dentro l’esistenza e che solo la letteratura, appunto, può evocare o far affiorare, in questo caso, attraverso un immaginario funambolico che finisce per crearsi una propria mitologia contemporanea. Una mitologia dell’assenza, della metamorfosi in niente, e una mitologia delle relazioni fondate su «questo organo involontario come l’amore».

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