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Alessandro D’Avenia - Ciò che inferno non è (Mondadori)
Alessandro D'Avenia, trentasette anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d'esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010) è stato tratto nel 2013 l'omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa.
Ciò che inferno non è (Mondadori) Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza.
Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa. Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, il "suo" don Pino, con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
La motivazione espressa dal Presidente Giovanni Puglisi Con la sua terza opera “Ciò che inferno non è”, Alessandro D’Avenia continua a esplorare il mondo dell’adolescenza, completando un trittico fatto di romanzi di formazione, ambientati nei sentimenti, nelle emozioni e nei progetti intimi dei loro protagonisti. Attraverso dialoghi serrati e descrizioni dai tratti lirici, D’Avenia racconta il percorso di crescita di Federico, il diciassettenne che nei primi anni ’90, prima della vacanza-studi ad Oxford, preferisce passare un’estate della sua vita nel quartiere popolare di Brancaccio.
La motivazione di questa vera e propria scelta dell’anima è esposta, apertis verbis, attraverso l’incontro con Padre Pino Puglisi, che il giovane chiama “3P”. E se “3P” è Padre Puglisi, “4P” potrebbe essere l’acronimo ideale sotteso al titolo del romanzo, dove la quarta “P” da aggiungere è quella di Palermo, città che diventa materia narrativa, oltre che semplice luogo dove è ambientato l’intreccio. E ciò si evince nella suddivisione del romanzo, che nello stesso indice appare tracciato in due parti, con il nome di due segni distintivi del capoluogo siciliano: Panormus (Tutto Porto) e Spasimo (uno dei monumenti più rappresentativi di questa città). Ritratta con intensità emotiva davvero non comune, la figura di Don Puglisi – con il suo martirio ad opera della mafia – diventa la stella iluminante che fa brillare il cammino di crescita del giovane protagonista. Una stella che segnerà anche gli altri personaggi del romanzo. “Palermo”compresa.