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Il Premio Letterario Internazionale Mondello
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Il ricordo di Alberto Abrasino
La morte di Alberto Arbasino lascia un vuoto nella cultura e nella letteratura italiana difficilmente colmabile per almeno due motivi. Innanzi tutto perché Arbasino ha rappresentato nella sua lunga vita letteraria un esempio quasi unico di scrittore che ha saputo gestire la sua “vanità” intellettuale in modo bilanciato con il riserbo personale, con il quale ha sempre avvolto la sua vita pubblica e privata.
In secondo luogo perché la sua straordinaria capacità di scrittura non è stata mai al servizio dell’industria editoriale, bensì ha sempre seguito una linea creativa e intellettuale ispirata ai valori della lingua, dell’autonomia dello scrittore da servitù ideologiche o di potere e dalla fedeltà verso l’intelligenza stimolante dei lettori.
Nel 1996, durante la XXII edizione del Premio Mondello, ebbe il “Premio alla carriera”, per tutta la sua opera letteraria: riconoscimento prestigioso, che valorizzava non soltanto lo scrittore e il saggista, ma anche il battistrada di uno stile letterario che aveva saputo coniugare e continuò a coniugare il gusto della sperimentazione, anche linguistica, con la spregiudicatezza provocatoria dell’intellettuale non conformista.
Anche la sua rapida esperienza politica come deputato nella seconda metà degli Anni Ottanta – indipendente nelle liste del Partito Repubblicano – fu all’insegna della sperimentazione di impegno civile e di testimonianza intellettuale e culturale, come si evince pure da una rapida consultazione degli Atti parlamentari della IX legislatura.
Ebbe una grande attrazione e familiarità con la Città di Palermo, da dove partì, insieme al “Gruppo ‘63”, la sua avventura sperimentalista, la cui cifra non rinnegò mai. E Palermo lo volle premiare, ancora una volta nel 2000, per questa sua “fedeltà”, assegnandogli il Premio speciale Mondello “Palermo ponte del Mediterraneo”.
Gianni Puglisi