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Il Premio Letterario Internazionale Mondello

Il Premio - XLIII Edizione

Premio Mondello Critica - Antonio Prete

Premio Mondello Critica - Antonio Prete

VINCITORE PREMIO MONDELLO CRITICA

Antonio Prete – Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri)

 

Antonio Prete ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena e, da ultimo, alla Scuola Superiore Galileiana di Padova. Ha tenuto corsi e seminari presso istituzioni e atenei stranieri, tra cui Harvard University, il Collège de France e l’Università di Salamanca.  Saggista, narratore, poeta e traduttore, ha fondato e diretto la rivista «Il gallo silvestre» (1989-2004). Tra i saggi: Il pensiero poetante. Saggio su Leopardi (1980), Nostalgia. Storie di un sentimento (1992), Il deserto e il fiore. Leggendo Leopardi (2004), I fiori di Baudelaire. L’infinito nelle strade (2007) e Meditazioni sul poetico (2013). Le prose narrative più recenti: L’imperfezione della luna (2000), Trenta gradi all’ombra (2004) e L’ordine animale delle cose (2008). Le ultime raccolte poetiche: Menhir (2007) e Se la pietra fiorisce (2012). Traduttore di Baudelaire (I fiori del male, 2003), Mallarmè, Rilke, Valéry, Celan, Jabès, Machado, Bonnefoy, ha raccolto molte delle sue traduzioni poetiche inL’ospitalità della lingua(2014). Per Bollati Boringhieri sono usciti Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011) e Compassione. Storia di un sentimento (2013).

 

Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri) Dentro di noi custodiamo un cielo nascosto, uno spazio-tempo altrettanto abissale dell’universo che ci sovrasta. Come è accaduto alla volta stellata, gli interni d’anima hanno attratto cosmografi fin dall’antichità: filosofi, scrittori, teologi e poeti hanno scrutato, contemplato, decifrato, versato in parole «fantasticanti e conoscitive» ogni transito di pensieri, ogni orbita di passioni, ogni ellissi del desiderio. Si è via via affinata una lingua per dire la mobilità dell’io e il teatro degli affetti, e si è scoperto nelle profondità della mente il punto di maggiore consonanza con il ritmo vivente del mondo. Questa pienezza di raffigurazione e il suo stesso oggetto – la vita interiore, concentrata nelle proprie fantasmagorie, ma anche persa in lontananze e silenzi siderali – rischiano oggi di smarrirsi, vittime dello spossessamento di sé indotto dalla seduzione della vicinanza virtuale e dal frastuono della comunicazione. In controtendenza rispetto ai tempi, Antonio Prete compie qui un prezioso gesto di restituzione. Mette la sua maestria di comparatista al servizio di una materia sconfinata, prelevandovi con levità figure tematiche e passaggi salienti, da Agostino a Joyce, da Montaigne a Proust a Calvino, e cedendo spesso il passo agli amatissimi Leopardi e Baudelaire.

 

La motivazione espressa dal Comitato di Selezione

Il libro di Antonio Prete,Il cielo nascosto, propone un'esplorazione dell'interiorità nella storia della cultura occidentale in una prospettiva comparatista, che fa convergere originalmente letteratura e filosofia nella ricerca di ciò che c'è ma non si vede nell'esperienza umana: il dentro, che è anche un cielo, un'apertura sul mistero e l'infinito. Il risultato è una proposta di individuare lo specifico del discorso umano nelle sue forme più alte di arte e di pensiero, in ciò che non ha linguaggio, ma che solo col linguaggio si può raggiungere: la letteratura come regno dell’irrappresentabile e dell'indicibile, perché ognuno di noi ha dentro di sé qualcosa di più di ciò che appare fuori. Con questo riconoscimento la giuria intende anche premiare il profilo di uno studioso tra i più rigorosi e inventivi della critica italiana.