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Il Premio Letterario Internazionale Mondello

Il Premio - XL Edizione

Il Vincitore del Premio Speciale "40 anni di Mondello"

Il Vincitore del Premio Speciale

GIPI (Gianni Pacinotti) - unastoria (Coconino Press)  

GIPI (Gianni Pacinotti) nasce a Pisa nel 1963. Nel 1994 inizia a pubblicare vignette e racconti brevi sulla rivista satirica Cuore. Le prime storie a fumetti escono sul mensile Blue. Per la casa editrice Coconino Press ha realizzato diversi libri: da Esterno Notte ad Appunti per una storia di guerra, premiato come Miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angouleme nel 2006. Tra le altre sue opere Questa è la stanza, la serie Baci dalla provincia, S., La mia vita disegnata male, l'antologia Diario di fiume, Verticali e l'ultimo graphic novel unastoria. Gipi è anche illustratore per La Repubblica e collabora con il settimanale Internazionale. Nel 2011 ha debuttato come regista cinematografico con il film L’ultimo terrestre, prodotto da Fandango e presentato con successo al Festival di Venezia. In seguito ha realizzato il mediometraggio Smettere di fumare fumando e un videoclip per la band dei Massimo Volume. 

  • L’opera premiata 

"Unastoria" sono due storie. Quella di Silvano Landi, uno scrittore che alla soglia dei cinquant'anni vede la sua vita andare in pezzi e quella del suo antenato Mauro, soldato nella carneficina della Prima guerra mondiale. Sotto i cieli di una natura magnifica e crudele, ieri come oggi, Gipi racconta la fragilità e la bellezza, le lacrime e le speranze degli uomini. La storia di un'eterna caduta nell'abisso e di come, nonostante tutto, ogni volta ci si possa rialzare.

  • La motivazione espressa dal Comitato di Selezione 

Una storia di GIPI, disegnatore e narratore abilissimo, è probabilmente un capolavoro. Inserendosi in una ormai ben delineata tradizione internazionale che utilizza il graphic novel per raccontare la guerra e i suoi effetti dolorosi nel tempo (si pensi a Spiegelman o a Tardie), l’artista pisano allinea quattro generazioni, che si confrontano in modo diverso con la Grande Guerra, cui ha partecipato il nonno del protagonista, scrittore cinquantenne in preda a una gravissima instabilità emotiva che lo costringe a passare alcuni mesi in una clinica psichiatrica. 

Gipi utilizza alternatamente diverse tecniche, dall’acquerello al semplice disegno a china senza ombreggiature, riuscendo così non solo a differenziare i momenti della narrazione (oggi, ieri, il passato ormai remoto della vita in trincea), ma soprattutto a scandire il progressivo intrecciarsi di questi tempi così diversi e lontani tra loro. 

La storia parallela dell’internamento in clinica e del doloroso confronto con la figlia (e, prima, con la moglie) si risolve così, dal punto di vista narrativo, nel progressivo disvelarsi dell’origine del trauma, che è la rivelazione del fatto che chi sopravvive alla guerra è sempre colpevole. Romanzo sul tempo (il tempo cronologico, il tempo delle percezioni, il tempo interiore dilatato dall’uso degli psicofarmaci o dalla ossessività della memoria),Unastoriadilata la spazialità del disegno, lavorando principalmente sull’alternanza di colore e bianco/nero, sulla disposizione delle immagini e sulla disposizione non intuitiva delle parole sulle tavole. In questo modo, il lettore/spettatore è costretto ad apprendere, insieme al protagonista, la crudezza del nostro essere nel mondo. Che è, prima di ogni altra cosa, la facile crudeltà con cui ci perdoniamo ogni cosa, anche il nostro stesso passare nel tempo.

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